THE LND EFFECT – Intervista a Luca De Simoni, Responsabile dell’Area di Responsabilità Sociale della Lega Nazionale Dilettanti

THE LND EFFECT – Intervista a Luca De Simoni, Responsabile dell’Area di Responsabilità Sociale della Lega Nazionale Dilettanti

Un’intervista per dare il via alla rubrica The LND Effect nata dalla media partnership con la Lega Nazionale Dilettanti. Un percorso mensile che ci fornirà una panoramica sull’impatto sociale della LND attraverso protagonisti, modelli e progetti.

Per offrire la dimensione di un movimento o di un’organizzazione bisogna partite dai numeri. Qual è oggi la dimensione della Lega Nazionale Dilettanti?

Quelli della LND sono numeri più che considerevoli, il calcio dilettantistico e giovanile continua ad essere il principale movimento sportivo presente in Italia. Nel 2021 si contavano oltre 11mila società e più di 51mila squadre, per un totale 1.112.343 calciatrici e calciatori( di cui 489 mila circa impegnati nell’attività di Settore Giovanile e Scolastico) nonché 521.333 partite ufficiali disputate.

Una realtà che, oltre alla Scuola Pubblica Italiana, non ha eguali in termini di bacino d’utenza.

Numeri che si trasformano in opportunità quando parliamo della funzione sociale dello sport e, nel nostro specifico caso, del calcio. Negli ultimi mesi come Lega Nazionale Dilettanti avete implementato e potenziato le attività di responsabilità sociale strutturando un dipartimento dedicato. Abbiamo denominato The LND Effect la rubrica dedicata alla mediapartnership tra voi e noi di Community Soccer Report: qual è oggi l’impatto della LND in termini di responsabilità sociale e quale deve essere l’effetto generato su tutti gli stakeholder?

Ritornando ai numeri appena citati, questi portano con essi delle responsabilità intrinseche per la LND, perché i ragazzi che giocano nelle nostre società devono vivere momenti di crescita personale e quindi educativa insieme a quella agonistica e sportiva. Dopotutto, non dobbiamo mai dimenticarci che questa è la funzione essenziale dello sport , specialmente quello di squadra.

La maggior parte dei ragazzi quando comincia a giocare lo fa per divertirsi, per coltivare una passione, fare amicizia, poi viene anche la parte agonistica, ma come detto recentemente dal Presidente Abete sono proprio queste due le leve del calcio dilettantistico, da una parte quella agonistica, dall’altra quella sociale ed entrambe devono camminare parallelamente.

Attraverso questa nuova Area vogliamo proprio ricordare al nostro movimento quanto appena detto, cercare di portare impulsi positivi e stimolanti per i nostri Comitati e le nostre società che da sempre fanno sociale sul territorio.

Siete scesi in campo in maniera concreta per supportare diverse campagne di rilevanza sociale: bullismo, uguaglianza, inclusione. Quali sono le principali iniziative attive in questa direzione?

Nonostante quest’area sia stata avviata solo dallo scorso autunno abbiamo fatto in modo di dare subito dei segnali concreti del cammino che vogliamo intraprendere.

Abbiamo portato avanti numerose iniziative concrete, e mai fatte prima, in particolare, fra le tante, voglio ricordare quelle in occasione della Giornata della Memoria il 27 gennaio, nella quale in 9 differenti regioni abbiamo portato decine di ragazzi a visitare luoghi storici legati alla Shoah.

Si è da poco invece conclusa la campagna #ilpallonecontrol’omofobia, dove per la prima volta una Lega ha portato avanti una campagna in collaborazione con Associazioni della comunità LGBTQ+ , GayNet ed Arcigay, nella quale abbiamo visto i nostri atleti protagonisti di un gesto semplice ma significativo, il bacio della sfera che più amiamo.

In ultimo, ma non per importanza, abbiamo stilato un decalogo sul bullismo (curato dal Prof. Aldo Grauso), una vera e propria guida a come comportarsi in occasione di tali episodi, iniziativa accolta in maniera eccezionale dalle società ma anche da molte scuole che ci chiedono di presentarla ai propri studenti.

Educazione, sensibilizzazione, partecipazione attiva. In questo contesto, quale deve essere il ruolo delle singole Associazione distribuite su tutto il territorio nazionale? Sui vostri canali social ufficiali abbiamo visto come abbiate già raccontato alcuni modelli virtuosi.

Il ruolo delle ASD è quello scritto anche nei loro statuti, sono Associazioni con finalità sportive che non perseguono scopi di lucro. Vien da sé che la loro natura è quella del perseguimento di un obiettivo sociale, è far crescere i ragazzi che si recano sui campi sperando che possano realizzare i loro sogni che siano legati al campo o meno, d’altronde il calcio e lo sport in generale è uno degli ultimi ascensori sociali ancora presenti.

Uno degli obiettivi a breve termine è mettere in luce il più possibile cosa viene già fatto di buono dalle società e dai Comitati Regionali, perché troppo spesso si mette in risalto solo la parte immorale legata al calcio. Noi sappiamo invece che il sociale è parte integrante del nostro mondo e ci sembra giusto aiutare e sostenere in una crescita quanto più organica le realtà che possono fare da esempio.

Per concludere quali sono le prossime sfide in tema di responsabilità sociale che la Lega Nazionale Dilettanti dovrà affrontare?

Una sfida alla quale non possiamo sottrarci è sicuramente quella legata alla sostenibilità, per le società dilettantistiche è più difficile sostenere le spese volte ad efficientare gli impianti sportivi, non disponendo degli stessi budget delle società professionistiche. Nonostante ciò, sono sicuro che si potrà arrivare lontano partendo da gesti semplici, come la differenziata negli impianti, il riciclo dei kit di allenamento, il corretto utilizzo dell’acqua. Per portare avanti queste azioni ci faremo guidare da partner del settore, come per tutte le tematiche più importanti, questo perché credo che sia importante coinvolgere realtà che si occupano tutti i giorni di questi temi specifici.

Un’altra sfida più generale è sicuramente quella di sensibilizzare e formare i ragazzi, perché ci tengo a ribadire che, come istituzione sportiva, non possiamo esimerci dal valorizzare la crescita umana dei nostri atleti, oltre a quella sportiva, e questo obiettivo verrà perseguito dando ai ragazzi una visione ampia, che vada aldilà del rettangolo da gioco.