Italia e Iran, storia di una stima reciproca, parola di ct Emiliano Del Duca

Italia e Iran, storia di una stima reciproca, parola di ct Emiliano Del Duca

Il beach soccer è uno sport universale che parla una sola lingua, unisce culture diverse, un luogo di confronto costruttivo e di crescita grazie allo scambio di competenze tra “scuole” lontane solo geograficamente. Questi i concetti emersi dalla partecipazione del ct della Nazionale Emiliano Del Duca alla diretta sul profilo instagram di Reza Zariv, un profilo che riunisce tutti gli allenatori, giocatori e giornalisti sportivi coinvolti nella crescita di uno sport unico nel suo genere. Reza, impegnato a sviluppare il beach soccer a Teheran ed in tutto l’Iran, ha accolto sul suo profilo Mr Coach i pareri dei giocatori e allenatori più forti al mondo. Non poteva mancare il ct della Nazionale Emiliano Del Duca che da più di vent’anni, prima con il club di Terracina e poi con l’Italia ha portato un valore aggiunto a questo sport. Durante la diretta sono arrivati i saluti di molti protagonisti mondiali di questo sport, club compresi, a conferma che l’intervento del ct italiano era molto atteso.

20210324 DelDuca

L’Iran ad oggi è una delle potenze mondiali del beach soccer, lo sa bene Del Duca:”La nazionale persiana è una di quelle squadre che negli ultimi anni ha compiuto passi in avanti davvero notevoli. Ormai è nel gotha del beach soccer ed è sempre difficile giocarci contro. Nel 2016 l’Italia disputò in Iran un torneo di altissimo livello, non andò bene per noi ma essendo febbraio non era il periodo ideale per i nostri atleti. Ci siamo incontrati tante volte, in amichevoli, ai Mondiali di Bahamas, ai World Beach Games, sono state sempre sfide molto dure ed equilibrate. Tre o quattro giocatori persiani potrebbero essere titolari in qualsiasi nazionale”. Dall’Iran si guarda con attenzione il campionato italiano e il lavoro della nazionale, per qualità e professionalità. “La Serie A secondo me – afferma Del Duca – se non è il miglior campionato al mondo poco ci manca. Si gioca il primato con quello russo che comunque è strutturato in maniera diversa. Grazie alle ultime novità regolamentari la Serie A è aumentata in competitività. Chi gioca bene in campionato è pronto anche per la ribalta internazionale”.

20210324 DelDuca 2
Emiliano Del Duca e Dario Ramacciotti

Reza Zariv ha sottolineato che in Iran si guarda all’Italia come un punto di riferimento per il beach soccer. E’ molto stimato il lavoro della Nazionale, un esempio che molti vogliono imitare. “Non abbiamo segreti – sorride il ct – negli ultimi anni abbiamo migliorato la progettazione e l’organizzazione aggiungendo quel pizzico di creatività che fa parte del nostro dna. Il 2019, l’ultimo anno di competizioni prima del COVID, è stato intenso, abbiamo ritoccato il record di gare disputate in dodici mesi. Ci siamo tolti molte soddisfazioni chiudendo la stagione al 3^ posto del ranking mondiale a soli 300 punti dalla vetta che nel beach soccer non sono molti, è praticamente una finale di una competizione internazionale. Poi è arrivata la pandemia ed ha stravolto la nostra vita ma credo che sia solo rallentata la crescita di questo sport che è destinato a evolversi”. Del Duca con la solita schiettezza e chiarezza ha illustrato le caratteristiche dell’Italbeach:”La Nazionale è formata da un mix di giocatori di calcio a undici e futsal che si cimentano sulla sabbia per un periodo dell’anno. Ma stanno aumentando i calciatori che hanno scelto di giocare solo a beach soccer. Siamo abituati a più sistemi di gioco perché dobbiamo essere pronti a cambiare in corsa per sorprendere l’avversario e interpretare tutti i momenti che una partita racchiude in sé. Nel beach soccer bisogna essere reattivi mentalmente perché è uno sport imprevedibile, dentro una gara ci sono tante altre sfide e noi dobbiamo essere capaci di leggerle velocemente, prima dell’avversario”. Il ct ha ricordato degli esempi per rafforzare il concetto:” Nelle gare con il Messico e con la Svizzera giocate agli ultimi Mondiali in Paraguay i gol di Gori e di Zurlo hanno espresso al meglio la nostra capacità di saper cambiare in corsa, la nostra duttilità. Due verticalizzazioni improvvise, le abbiamo fatte perché in quei momenti la sfida ce lo chiedeva, quegli istanti andavano vissuti con quel comportamento tattico. A parole può sembrare facile ma ci vuole tanto allenamento e ragazzi predisposti, la nostra Nazionale per fortuna li ha”.

20210324 DelDuca3
L'esultanza di Michele Leghissa e Emiliano Del Duca dopo il successo all'Europeo del 2018

Per Reza Zariv la domanda delle domande è una sola, come si costruisce un gruppo con queste qualità?
“Si parte da lontano, dalle fondamenta, da uno staff con compiti precisi in cui regna la fiducia incondizionata e il confronto costruttivo. Con me c’è il preparatore atletico Paolo La Rocca che mi segue da vent’anni, prima con il Terracina e poi con la Nazionale. Michele Leghissa è più concentrato sull’aspetto dell’analisi del match. Michele è scrupoloso e attento, ha un bagaglio di competenze che si porta dietro dopo una lunga carriera da capitano della Nazionale e giocatore di top club. Il preparatore dei portieri Nino Nosdeo è eccezionale sia come professionista sia come uomo, con lui i nostri portieri sono migliorati tanto”.

20210324 DelDuca4
Nella foto: il ct Emiliano Del Duca con il trofeo dell'Europeo vinto nel 2018

E i giocatori? Con quali criteri si scelgono quelli giusti?” Partendo dal presupposto che nessuno è infallibile – sorride Del Duca – il promo step è il dialogo continuo e costruttivo con gli allenatori dei club perché voglio capire tutte le sfaccettature del ragazzo, non solo le doti fisiche e tecnico-tattiche ma anche ogni risvolto del carattere del calciatore. La sua capacità d’inserirsi in fretta in un gruppo, la sua personalità. La maglia della Nazionale pesa e non tutti riescono a reggere certe pressioni. Con questi presupposti poi lavoriamo per esaltare le caratteristiche del singolo all’interno di un impianto tattico perché ogni giocatore nella nostra nazionale deve poter esprimersi al massimo e noi dobbiamo metterlo nelle condizioni ideali per farlo”. Le ultime considerazioni il ct le ha dedicate al beach soccer come movimento nel suo complesso:”E’ uno sport che da quando è nato è sempre cresciuto e continuerà a farlo perché tutte le istituzioni, FIGC, Lega Nazionale Dilettanti, Beach Soccer World Wide e FIFA, ognuna nel suo ambito di competenza, sono impegnate nello sviluppo di questa disciplina”.