Palma e Guadagno: passato, presente e futuro del Beach Soccer

Palma e Guadagno: passato, presente e futuro del Beach Soccer

 

Emozioni su emozioni quelle che sono state vissute domenica scorsa nell’ultimo atto del campionato a Cagliari. Un cocktail di gioia con qualche "lacrimuccia", che ha visto protagonista il Napoli. La grande gioia per il successo ottenuto sul Terracina, valso uno storico terzo posto nella Serie Aon, e un pizzico di tristezza per il congedo da due compagni di squadra e beacher di grande spessore come Franco Palma e Pippo Guadagno. Un addio al beach soccer giocato che si è comunque consumato in un clima di festa e che festa.

Con 11 trofei Palma vive fra le leggende di questa disciplina. “Avrei smesso anche senza gli infortuni? Non so, sicuramente quello determinante è stato il problema di qualche anno fa che tutti ricordiamo, ma a 41 anni si arriva a capire che ci sono delle priorità. Ho sempre cercato di dare il massimo e di essere un protagonista e quindi l’obiettivo era di finire senza essere un peso per la squadra”. Campione con la Samb, ha finito la carriera nella sua Napoli. Figlio di un Beach Soccer diverso, lascia a tanti giovani in rampa di lancio. “Negli ultimi anni questo sport è cambiato completamente, si è alzato il ritmo e l’intensità. Quest’anno ho solo il rimpianto che sia finita col mio infortunio, visto che l’assetto che aveva trovato il Napoli era ottimo. Un futuro in panchina? Il Beach Soccer mi è entrato dentro – conclude Palma - e non se ne è mai andato. Spero di poter dare ancora un mio contributo, in altre vesti”.

Come Palma, Pippo Guadagno e giocatori così, non esistono più. Questo è sicuro: marcatore infallibile, gladiatore inarrivabile, combattente in campo e fuori. E il difensore del Napoli ha deciso di smettere con il Beach Soccer, almeno come giocatore. “Un futuro da dirigente? Magari ne parleremo”. Una stagione da protagonista – la 2022 – che però coincide con lo stop della sua carriera nel Beach giocato. “Io spero di aver dato una mano ai giovani, a quelli che sono arrivati dopo di me in questo sport. Credo che sia giusto smettere adesso. Magari sembravo ancora in buona condizione fisica e lo ero, ma dietro a tutto questo c’erano e ci sono tanti sacrifici. Quando ti accorgi che ci metti tanto per recuperare la forma fra una partita e l’altra, capisci che devi andare avanti”. E se dici Guadagno, non puoi non pensare a Raffaele Moxedano, compagno e amico di una vita. “Ci siamo conosciuti 25 anni fa, lui era un bambino, io giocavo con suo padre nei professionisti e di Raffaele posso soltanto dire che è un fratello. Una persona che mi ha accompagnato per gran parte della mia vita”.